La ricerca del personale è sicuramente uno dei punti più importanti da sviluppare per la crescita continua e proficua di un’azienda. È infatti grazie ad un personale adeguato e ben formato che l’attività può crescere ed evolversi col tempo, raggiungendo il successo che merita. Non è quindi difficile compiere errori, spesso dovuti ad un errata impressione, o magari, ad un curriculum non perfetto e per tale motivo abbiamo deciso di scrivere un articolo in cui vi elencheremo, quali, tra i più diffusi, sono gli errori che vengono commessi durante il processo di ricerca del personale.
I tre fattori fondamentali nella ricerca del personale
Capita spesso di trovarsi nella posizione di dover giudicare e selezionare durante la ricerca del personale, i candidati più adeguati ad una determinata mansione. È proprio la selezione, il momento in cui vengono commessi più errori, dovuti sostanzialmente a due fattori e cioè il tempo a disposizione (che sia breve o lungo) e il giudizio personale (che può inficiare una corretta selezione). L’ultimo ma non per importanza, è un errore che può avvenire una volta selezionato il candidato, ma anche nel momento successivo all’assunzione, ed è la chiarezza.
Prenditi il tempo che ti serve.
Sono tre gli effetti dovuti al tempo disponibile per la selezione di un candidato:
- prima impressione
- indulgenza
- severità
Primo caso, con l’effetto “prima impressione” intendiamo ciò che accade quando selezionate in maniera frettolosa un candidato, basandovi sulla “prima impressione” e soffermandovi quindi alle prime informazioni disponibili, senza approfondire in maniera corretta la conoscenza della risorsa e tralasciando quindi, informazioni essenziali che potrebbero tirar fuori un giudizio totalmente diverso.
Sempre in mancanza di tempo, tendiamo ad incappare in errori di valutazione dovuti ad un eccesso di indulgenza, secondo il quale, proprio a causa del bisogno di una nuova risorsa in tempi brevi, tendiamo a valutare in maniera positiva anche chi, probabilmente non è adatto al ruolo da ricoprire.
Altro errore da non sottovalutare, lo commettiamo spesso nel momento in cui il tempo per la selezione di un candidato avanza e perciò, peccando di severità, crediamo di poter trovare sempre un candidato migliore e più congruo con il profilo che abbiamo in mente, snobbando magari parecchi candidati adatti al ruolo.
Mai giudicare un libro dalla copertina!
La ricerca del personale richiede capacità di giudizio imparziale e pazienza. Giudicare un libro dalla copertina, può essere rischioso e potrebbe farvi assumere la risorsa sbagliata. Uno degli errori più diffusi è dovuto ad esempio all’effetto alone, e cioè quando attribuiamo un giudizio positivo o negativo ad un candidato sulla base di una delle caratteristiche che abbiamo avuto l’opportunità di notare, ad esempio potremmo avere la tendenza a pensare che una persona di bell’aspetto o ben vestita, sia più intelligente di una vestita in maniera sciatta.
E’ necessario prestare attenzione poi all’effetto di contrasto, che avviene nel momento in cui durante il processo di selezione abbiamo una serie di colloqui negativi e andiamo di conseguenza a giudicare con troppa positività, il primo colloquio con un profilo più congruo a disposizione. Ovviamente, questo può accadere anche nella situazione contraria, portandoci a limitare le aspettative su un candidato sulla base di un confronto con i precedenti.
Terzo ed ultimo errore di giudizio, potrebbe capitare quando giudichi i candidati sulla base delle caratteristiche personali, positivamente qualora siano simili alle tue (come ad esempio, interessi in comune, modi di fare, atteggiamenti) e negativamente qualora siano in contrasto. Questo ovviamente, non ti permette di selezionare le risorse nel modo corretto, dal momento che ignorerai completamente le loro reali competenze.
La chiarezza, prima di tutto.
Peccare di poca chiarezza, è l’errore più diffuso da parte dei datori di lavoro nei confronti degli attuali e futuri dipendenti. Capita spesso infatti di perdere le migliori risorse a nostra disposizione per esser stati poco chiari sia durante la selezione che dopo.
Poco chiari in che modo, direte… Beh, è semplice farsi sfuggire un ottimo dipendente se prima di assumerlo, ci riserviamo di non comunicare quale sarà l’importo che andremo a pagargli, per quante ore, per quale mansione nello specifico. Dobbiamo essere molto chiari, sempre.
Se ad esempio, sto ricercando un commesso e dopo mille candidati arrivo a quello giusto, con l’esperienza richiesta e in grado di fornirmi il servizio di cui ho bisogno, ma ometto l’importo che andrò a corrispondergli, oppure, ometto semplicemente che oltre il commesso, dovrà aiutare nelle pulizie, o nelle consegne, o svolgere altre mansioni a lui non competenti… Ecco, che perdo la mia risorsa. Questo è uno dei primi motivi di abbandono lavorativo, e accade proprio perché dopo mesi o anni, passati a raccogliere la giusta esperienza e formarsi, chi cerca lavoro raramente è interessato a svolgere mansioni diverse dalla propria qualifica e difficilmente accetterà il lavoro senza conoscere paga ed orari.
Affidarsi unicamente a noi stessi è la scelta giusta?
Tutti gli errori tipici della fase di ricerca e selezione che abbiamo elencato, possono capitare a noi, inesperti, così come a terzi, magari con esperienza pregressa nel settore HR. Nonostante ciò, è giusto affidarsi a terzi per la selezione dei propri candidati qualora si sappia già, di non possedere il tempo adeguato ad analizzarli e giudicarli prima dell’assunzione, o nel caso in cui siamo a conoscenza di avere un carattere tale da indurci in errore.
Potrà sembrarvi strano, ma rischiate di perdere più tempo e danaro a far da soli, qualora non faccia per voi, che ad affidarvi a qualcuno che lo faccia già di mestiere.
Ricercare personale è un compito arduo e complesso e per tale motivo, è giusto valutarla in maniera attenta e senza fretta, così da avere i migliori risultati possibili nel più breve tempo possibile.
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